Discorso di S. Ecc. Rev.ma Mons. G.B. MONTINI Arcivescovo di Milano

in occasione della Solenne Vaticana Incoronazione della Madonna di Corbetta (MI)

17 aprile 1955

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Fedeli di Corbetta e pellegrini che siete venuti ad onorare quest’oggi la Madonna nella sua Incoronazione, si compie in questo momento un atto grande, solenne e memorabile: la Madonna del Vostro Santuario è stata da me incoronata.

 

 

Uno scrittore del secolo scorso, facendo la storia del Santuario di Corbetta e continuando la cronaca di un Prevosto, auspicava che un giorno il simulacro della Madonna fosse incoronato solennemente. E questo presagio si è in questo momento compiuto per mandato del Capitolo Vaticano, che ha il privilegio di incoronare le immagini più insigni della Madonna.

 

 

Io ho avuto questo grande e singolare favore di essere l’interprete eletto e di fare col mio gesto esteriore quello che voi certa­mente avete fatto col vostro sentimento interiore, cioè di tributare alla vostra Madonna il segno più onorifico che sia a noi pos­sibile tributare, il segno cioè della sovranità. L’abbiamo proclamata anche noi Regina, e , quasi facendo nostro l’invito e l’e­sempio del Sommo Pontefice che nel giorno solenne dell’Immacolata Concezione ha proclamato la Madonna REGINA dell’U­niverso, ripetendo questo gesto ed imitando questo esempio, anche noi abbiamo voluto offrire alla Madonna il più grande se­gno di onore, l’espressione più viva della nostra devozione, abbiamo voluto che ad Essa salisse l’omaggio delle nostre anime nella forma più solenne ed impegnativa.

 

 

Noi che siamo fortunatamente abituati alla devozione alla Madonna, non valutiamo forse in tutta la sua importanza il signifi­cato spirituale e religioso di un gesto come questo. Che cosa significa tributare alla Madonna l’onore che noi adesso Le ab­biamo conferito? Significa quello che vi dicevo, cioè voler riconoscere alla Madonna tributi regali, voler dare a Lei il diadema della sovranità. E questo vuol dire offrire a Lei ciò che abbiamo di più nostro, di più impegnativo, di più solenne, perché il suo onore abbia a sovrastare sopra di noi, perché la nostra devozione abbia ed essere espressa a Lei nella forma più piena e più ca­tegorica. Questo vuoi dire dare importanza ad uno degli aspetti più essenziali e caratteristici della nostra dottrina.

 

 

Noi crediamo nella Incarnazione di Dio. Noi crediamo nella Redenzione operata da N.S. Gesù Cristo, crediamo cioè che questa azione salvatrice di Dio ha avuto una collaborazione umana.

 

 

Il Signore avrebbe potuto compiere il grande miracolo della nostra salvezza prescindendo completamente dalla nostra collaborazione. Invece il Signore ha voluto che l’Umanità in qualche modo, in qualche misura collaborasse, e questa collaborazione è data appunto dalla Madonna Santissima. Questo purissimo fiore della nostra terra, questa sorella della nostra generazione, que­sta Madre delle nostre anime ha dato per noi tutti la sua carne affinché diventasse la carne di Dio; ha dato la collaborazione che l’umanità intera poteva dare all’opera grande e salvatrice del Signore.

 

 

Questo fatto che per noi, per la nostra devozione appassionata per la Madonna è comune e consueto, ha una grande rispondenza, ha una grande significazione proprio per la mentalità e proprio per i bisogni del nostro tempo moderno. In questo tempo in cui tanto si esalta la dignità umana, in questo tempo in cui tanto si mette in evidenza la causa materiale della prosperità, in questo tempo in cui tanto si rivendicano i diritti dell’uomo, l’aver esaltato una donna, la Donna purissima, la Madonna, la rap­presentante nostra, del genere umano vicino a Dio, l’aver riconosciuto in Lei i titoli della Regalità, l’averla vista e contemplata e onorata nella sua partecipazione e nella sua collaborazione ai misteri della Incarnazione e Redenzione, ripeto, offre alla no­stra età, alla nostra anima moderna una grande funzione, una grande opera religiosa, che ci da modo di onorare la Madonna col nostro cuore, con la nostra mente, con la nostra capacità di pensare, di esprimere.

 

 

Vogliamo cioè unire la nostra vita alla nostra religione. Anche questo è un altro aspetto del gesto che abbiamo compiuto. Non è soltanto un gesto di devozione. Dare alla Madonna il titolo di Regina vuoi dire dare a noi il titolo di sudditi. Vuoi dire ricono­scere che noi dobbiamo esserLe devoti, vuoi dire che dobbiamo eseguire il suo comando, il suo dolce, dolcissimo impero. Vuoi dire cioè che la legge del Vangelo di Gesù Cristo, del Figlio di Maria SS. deve essere la nostra legge, vuoi dire che noi ci di­chiariamo disposti, noi che abbiamo tributato alla Madonna questo atto di devozione e di filiale amore, vogliamo seguire vo­lentieri la legge cristiana, volentieri accetteremo dalla Madonna i precetti e i consigli che la santa legge del Vangelo ci inculca; volentieri faremo della festa il giorno veramente festivo e sacro alla preghiera e alla vita spirituale.

 

 

Volentieri daremo al nostro prossimo, in questo momento in cui tanto odio, tante lotte attraversano la società, volentieri da­remo il tributo e il conforto della carità del nostro amore fraterno; ci dimostreremo cristiani nella fratellanza che praticheremo coi nostri simili, coi nostri fratelli di fede e di cittadinanza.

 

 

E infine noi guarderemo di salvare, di osservare la legge del Signore in tutti i precetti che essa ci inculca: nell’onestà dei co­stumi, nel rispetto delle leggi, nell’amore al nostro Paese, nell’onestà nel commercio e del lavoro. Guarderemo di portare cioè la fede cristiana non soltanto con un nome devoto e pio, ma come un impegno ad essere veramente buoni, fedeli ed osservanti del S. Vangelo.

 

 

Ed è per questo, figlioli carissimi, che noi accorriamo alla Madonna questa sera con tanta maggior confidenza.

 

 

Voi avete restaurato magnificamente il vostro Santuario, voi l’avete restituito a tanta bellezza di arte e di pietà, voi avete prepa­rato questa giornata e questo momento con una settimana di preghiere e di solenni cerimonie. Voi avete aperto certamente il cuore a Maria con le vostre preghiere, ebbene, a me pare di interpretare il sentimento e la bontà materna di Maria dandovi que­sta assicurazione: certamente la Madonna guarda a noi con simpatia materna, e con la bontà ora ci porge la sua protezione. Con confidenza filiale noi possiamo rivolgerci a Lei, a Lei come Regina della Chiesa, implorando da Lei la grazia perché la Chiesa sia benedetta, sia unita, sia difesa; i nemici della Chiesa siano allontanati e la causa di N.S. Gesù Cristo possa nel nostro Paese ed in altri dove invece è tanto conculcata ed oppressa, avere il trionfo che si merita.

 

 

Noi proclamiamo qui la Madonna dei Miracoli di Corbetta REGINA di questa popolazione, Regina della vostra città, della vo­stra plaga, di tutti i paesi che stanno d’intorno. E per questo imploriamo la Madonna che abbia sempre a benedire questa popo­lazione, le vostre case, le vostre officine, i vostri lavori, le vostre famiglie. Veramente Corbetta deve sentirsi ogni giorno, non soltanto oggi, ma sempre, sotto la protezione materna e dolcissima di Maria.

 

 

Noi offriamo a Lei non soltanto la città di Corbetta, ma tutta la Diocesi milanese. Preghiamo in questo momento per le mille Parrocchie della Diocesi di Milano, per tutti i Sacerdoti, per tutti i Religiosi e le Religiose, per le nostre scuole, per tutto quanto fa bello e cristiano questo grande campo coltivato da S. Ambrogio e S. Carlo.

 

 

E la Madonna estende certamente la sua protezione a quanti la invocano, certamente alle vostre famiglie, se sono cristiane, se sanno portare nelle pareti domestiche la pietà e la sua devozione. La Madonna Regina delle famiglie abbia a benedire le vostre famiglie.

 

 

La Madonna che ha confortato coi suoi miracoli tutti i sofferenti, invochiamola adesso come Regina degli infermi, consolatrice e salvatrice degli infermi: preghiamo in questo momento per tutti i sofferenti, per gli ammalati, per tutti quanti hanno bisogno e di conforto e di guarigione e di pietà materna del cielo.

 

 

Preghiamo soprattutto, fratelli carissimi, per quelli che la Madonna ha preferito. Per chi ha compiuto il suo primo miracolo la Madonna? Lo ha compiuto per tre fanciulli, per tre bambini che giocavano su questa piazza. Maria è discesa, ha consegnato un istante Gesù Bambino in mezzo a loro, è venuta in terra per mostrare che la sua simpatia, il suo sguardo materno è aperto sull’infanzia e sulla fanciullezza. Sulla fanciullezza e sull’infanzia delle nostre famiglie e delle nostre case si è invocato in que­sto momento il patrocinio della Madonna: per i bambini, per i fanciulli, per le scuole tutte.

 

 

Preghiamo la Regina dei fanciulli, la Regina dei cuori perché abbia sempre a proteggere quelli che sono più sofferenti, i sor­domuti: anche per loro un pensiero. Preghiamo, raccomandiamo alla Madonna anche questi infelici.

 

 

E vorrei che la benedizione della Madonna, dietro la nostra invocazione, si estendesse a tutti, ai lavoratori specialmente.

 

 

A voi lavoratori dei campi, delle officine, a voi tutti che faticate, che siete turbati dalle questioni che agitano i nostri tempi, vorrei che la Madonna chiamandovi dicesse: “Io benedico il vostro lavoro, siate buoni, siate onesti e che non sia mai il vostro lavoro un pretesto per abbandonare la vostra fede, ma piuttosto un farmaco per santificare la vostra fatica”. Portate a Lei i vo­stri affanni, le vostre fatiche, le vostre sofferenze e sperate che Lei dal cielo abbia a benedire anche i vostri desideri, le vostre aspirazioni in un migliore avvenire sociale.

 

 

Su tutti, sui poveri, sugli infermi, sui bambini e anche, lasciate che sia interprete di tutta la vostra devozione, su questa Diocesi io La imploro. E anche per colui che in questo momento ho il grandissimo onore di rappresentare: per il Papa. Preghiamo per lui e, in lui, per tutta la Chiesa. Ringraziarne dell’onore che ha fatto alla vostra città dandoci il privilegio di incoronare la vostra Madonna.

 

 

Preghiamo per lui perché abbia a reggere sempre con la sua santità, con la sua sapienza la Chiesa di Dio. E dal sommo della Chiesa abbia a discendere su tutti quelli che la compongono la benedizione della Madre celeste.

 

 

E con questo, o figlioli carissimi, io unisco la mia alla vostra preghiera, unisco alla benedizione del Papa la mia e tutti vi saluto e tutti vi benedico.